Da giovedì 6 giugno approda nelle sale italiane The Watchers – Loro ti guardano, scritto e diretto da Ishana Night Shyamalan che esordisce sul grande schermo. L’adattamento parte dall’omonimo romanzo di A.M. Shine, autore irlandese di letteratura gotico-fantasy. Il film, prodotto da M. Night Shyamalan, vede protagonisti, Dakota Fanning (C’era una volta a… Hollywood, Ocean’s 8), Georgina Campbell (Barbarian), Oliver Finnegan (Creeped Out – Racconti di paura, Outlander) e Olwen Fouere (The Northman, The Tourist).
La trama
Il film segue le vicende di Mina, artista 28enne, che lascia Galway per andare a Belfast per una commissione di lavoro. Durante il tragitto, si ritrova bloccata e isolata in una vasta e incontaminata foresta nell’Irlanda occidentale. Il telefono non si accende, la macchina non riparte. Quando Mina trova un riparo, rimane intrappolata in un bunker assieme a tre sconosciuti che ogni notte sono spiati e perseguitati da misteriose creature, gli Osservatori.
Lo slogan del film “Tu non puoi vederli, ma loro vedono te” apre già a un’infinità di riflessioni. Perché gli Osservatori li guardano? Chi sta realmente osservando chi? Il bunker (o Covo come è soprannominato) è reale? Da qui Ishana Shyamalan vuole che si parta a leggere il suo The Watchers. Una sfida contro le insidie e il male che incontriamo, o che forse si cela dietro ognuno di noi.
Mina vittima di sé stessa
Mina, intrappolata in questa terrificante situazione, si ritrova in un percorso di introspezione forzata. Il suo personaggio diventa una metafora della gioventù odierna, alle prese con cinismo e disillusione in un mondo complesso e spesso alienante. L’esperienza traumatica che vive la costringe ad affrontare i propri demoni interiori e a rivedere il suo rapporto con la realtà, uscendone profondamente cambiata. In questo viaggio di Mina, lo spettatore si ritrova a riflettere sulla propria condizione, sulle sfide e le paure che caratterizzano la sua generazione. Il personaggio di Mina è in questo senso universale.
Folklore irlandese e tinte di thriller psicologico
Il tema del doppio è centrale nel film. Da un lato, abbiamo il dualismo tra Mina e le creature che la osservano: lei è visibile, loro sono invisibili. Questo contrasto rappresenta la paura dell’ignoto, del diverso, di ciò che si nasconde nell’ombra. Dall’altro lato, c’è il doppio come sdoppiamento della personalità: Mina è costretta a confrontarsi con i suoi lati oscuri, con le sue paure e fragilità. La foresta diventa così uno specchio deformante che riflette la sua anima inquieta.
Non da meno l’elemento folk irlandese, che aggiunge un fascino particolare alla storia. Le leggende e le superstizioni locali creano un’atmosfera suggestiva e contribuiscono a costruire il mistero che avvolge il film. La scelta di girare in Irlanda, con i suoi paesaggi selvaggi e suggestivi, è azzeccata e amplifica il senso di inquietudine e isolamento. Quando Mina passa in macchina vicino ad un distributore di benzina in mezzo al nulla, l’inquadratura si sposta su una bacheca ricoperta di annunci di persone scomparse. Il messaggio è chiaro: “Lasciate ogni speranza o voi ch’entrate”.
Guardare ed essere visti
The Watchers lascia nelle mani dello spettatore una riflessione sulla natura dell’essere umano e sulla società odierna. Non è però la solita morale vista e ri-vista in molti altri film, proprio per la modalità in cui è rappresentata. La grande vetrina del bunker è interpretabile in mille modi. Può voler rappresentare come noi siamo visti dagli altri o come ci mostriamo, oppure ancora può far vedere quella versione di noi che non vogliamo veramente accettare. E questo potrebbe riagganciarsi anche alla quotidianità sui social, che sono una vetrina attraverso la quale mettiamo in mostra le nostre vite. Da qui il dualismo del guardare ed essere visti, la voglia di mettersi in mostra si scontra con l’imbarazzo di vedersi riflessi. Mina cerca di fare di tutto pur di fuggire dai suoi fantasmi del passato, per poi ritrovarsi costretta a mettersi in mostra, e in gioco, per sopravvivere.
Anche se è basato su un romanzo irlandese, penso che questa sia una storia universale: questa idea di famiglia, che è al nostro centro. Al centro di tutto ci sono le dinamiche familiari e i rapporti umani. Nel film sono davvero una famiglia. Nonostante gli elementi fantasy, thriller e horror, e tutto ciò che li circonda, penso che si tratti davvero di come le persone si relazionano tra loro e di come trovare un modo per essere connessi, in un mondo in cui è davvero difficile essere connessi.
Ishana Shyamalan
Un buon costrutto di inquietudine e suspense
The Watchers si conferma un thriller/horror di tutto rispetto, capace di tenere lo spettatore incollato alla sedia dall’inizio alla fine. La regia di Ishana Night Shyamalan è solida e sicura, capace di creare un’atmosfera inquietante e claustrofobica. La scelta di utilizzare spesso inquadrature fisse e campi lunghi contribuisce ad aumentare la tensione e il senso di mistero. Le scenografie sono curate nei minimi dettagli e riescono a rendere perfettamente l’atmosfera suggestiva della foresta irlandese. L’utilizzo di luci soffuse e di ombre accentua il senso di inquietudine e di pericolo. La sceneggiatura, scritta dalla stessa regista, è ben strutturata e ricca di colpi di scena. Il ritmo del film è incalzante e non lascia mai fiato allo spettatore. Il finale, pur lasciando alcune domande senza risposta, è soddisfacente e coerente con il resto della storia.
Leggi anche: Unbreakable – Il predestinato: forma e sostanza.