Emozionante, adrenalinico e commovente, questa nuova avventura cinematografica arriva a distanza di 36 anni dal primo Top Gun.
Arriverà nelle sale italiane dal 25 maggio. Il pubblico italiano avrà inoltre la possibilità di vederlo in anticipo grazie alle esclusive anteprime che si terranno il 21 e 22 maggio in tutti i cinema italiani che parteciperanno all’iniziativa. L’uscita nelle sale cinematografiche statunitensi, rinviata più volte nel corso del 2020 a causa della pandemia, è stata dapprima programmata per il 2 luglio 2021poi al 19 novembre successivoed infine al 27 maggio 2022 negli Stati Uniti.
Abbiamo assistito all’anteprima stampa grazie a Paramount Pictures Italia e Eagle Pictures, con tanto di berretto come gadget. Personalmente sono cresciuto con molti film anni ’80 ma Top Gun del 1986 non era uno dei miei preferiti, quindi le mie aspettative non erano molto alte. Con grande sorpresa mi sono dovuto ricredere guardando un film superiore all’originale.
Ambientato 34 anni dopo i fatti del primo film, la pellicola vede il leggendario ufficiale della Us Navy Pete “Maverick” Mitchell, dopo più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw (Miles Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Con una struttura narrativa simile al primo film, ritroviamo Maverick che ha ora il compito di guidare una nuova squadra di piloti Top Gun. Tom Cruise che sembra non invecchiare mai riesce a gestire benissimo il personaggio in questo sequel che ha richiesto anni di lavoro, sfruttando la nostalgia per quel cinema che si faceva negli anni ’80 ma senza mai forzature di alcun tipo.
Inevitabile fare confronti diretti con il film originale. Un sequel che ha il sapore di un remake, ma allo stesso tempo cerca di portare avanti la storia trascinandoci dentro il pubblico che si avvicina adesso a questi personaggi. Il primo film, diretto da Tony Scott, ebbe una lavorazione molto travagliata, e riguardando il film a distanza di molti anni non si può fare a meno di notare alcuni limiti di quella pellicola, soprattutto per quanto riguarda uno sviluppo narrativo un po’ confuso. Per diversi aspetti questo nuovo capitolo è superiore, i tempi sono gestiti bene anche con un’alternanza di momenti a sdrammatizzare, con la regia di Kosinski che non lascia certo indifferenti.
Joseph Kosinski è senza dubbio uno dei registi più interessanti degli ultimi anni, esordiva nel 2010 con Tron: Legacy, e consiglio di recuperare anche il suo film che vedeva Tom Cruise protagonista, ovvero Oblivion (2013). In questo nuovo Top Gun si spinge ancora oltre dal punto di vista tecnico, alcune scene sono incredibili in quanto a padronanza della macchina da presa, in particolare il combattimento aereo dell’ultima parte.
Il cast che include anche Jennifer Connelly, Val Kilmer, Ed Harris e Jon Hamm, scommette sul talentuoso Miles Teller, che qui trasporta gran parte del film nei panni del figlio di Goose, Bradley “Rooster” Bradshaw. L’interazione tra Teller e Cruise aggiunge un forte peso emotivo alla storia che era decisamente necessario. Inoltre Top Gun: Maverick merita un elogio più significativo per aver incluso Val Kilmer. Il famoso attore ha iniziato a prendere le distanze negli ultimi anni da Hollywood per concentrarsi sulla sua salute di fronte al cancro alla gola. Grazie alla spinta di Cruise, questo film dà a Kilmer la possibilità di riprendere il suo ruolo principale dall’originale in un modo che rispetta e si adatta alle sue condizioni, e portando su schermo una delle scene più commoventi del film.
Come tanti sequel gioca molto sulla nostalgia, a cominciare dalla sequenza di apertura (con il logo del produttore Jerry Bruckheimer) con uno dei pezzi musicali più iconici: “Danger Zone” di Kenny Loggins, come anche il tema principale del film che viene rivisitato diverse volte in altre scene. Un sequel che non solo supera il primo sul piano tecnico, ma che riesce anche nell’arduo compito di avvicinare nuovi fan più giovani, che con molta probabilità ne resteranno affascinati.
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