Si scrive ottobre si legge spooky season: è questo il mese in cui anche i meno avvezzi al genere vanno alla ricerca del brivido. Quale occasione migliore allora per le piattaforme streaming di rilasciare nuovi prodotti a tema? Ed ecco che su Prime Video spunta una commedia che combina slasher e viaggi nel tempo, Totally Killer, prodotta da Blumhouse e diretta da Nahnatchka Khan. Si tratta di una slasher comedy non particolarmente originale né brillante, ma carina per trascorrere una tranquilla serata pizza&film nel mese di Halloween.
Trama
Una cittadina americana è stata teatro di tragedia nel 1987, quando un killer uccise tre adolescenti. 35 anni dopo il killer, soprannominato “Sweet Sixteen Killer” (sia per la scelta delle sue vittime, tutte sedicenni, che per il modus operandi, sedici coltellate) ritorna per reclamare la sua quarta vittima, Pam (una splendida Julie Bowen uscita di scena troppo presto). La figlia Jamie (Kiernan Shipka) ritorna accidentalmente indietro nel tempo, proprio pochi giorni prima del massacro del 1987, e inizia a combattere per fermare l’assassino nel passato, in modo da rimettere tutto a posto nel presente.
Punti di forza
Totally Killer non ha la pretesa di mettersi a filosofare sui viaggi nel tempo e liquida la questione anche abbastanza in fretta, quando la protagonista chiede “causerò uno squarcio nel continuum spazio temporale?” e la risposta è “no lol perché il tempo è lineare”: è la stessa concezione che conosciamo benissimo per Ritorno al futuro. Il film di Zemeckis funge da vera e propria ossatura per Totally Killer, prestando praticamente tutti i personaggi e le situazioni. Non vi aspettate dissertazioni intellettualoidi, perché Totally Killer non è questo e non finge di esserlo: è invece una buona commedia slasher e lo mette subito in chiaro, perché il faccia a faccia tra la madre della protagonista e lo Sweet Sixteen Killer e il conseguente omicidio sono stupendi. Infatti, quando c’è bisogno di versare sangue, lo fa splendidamente.
Molto carino anche il confronto tra la teenager del 2023 e quelli del 1987. Sono diversi non solo trucco e parrucco, ma anche e soprattutto i modi di parlare, di porsi, la sensibilità attorno a tematiche come razzismo, body shaming, misoginia e bullismo. La protagonista sottolinea spesso quanto alcune espressioni siano problematiche e che, nel 2023, non si usano più, sotto lo sguardo sgomento dei teenager del passato che non capiscono. Non c’è alcun effetto nostalgia e l’immagine che viene fuori di quegli anni è più complessa di quella patinata e luccicante che ci propinano sempre, in cui tutto sembrava perfetto perché “si stava meglio prima”. Il tono però è sempre leggero e ironico, ottimo modo per far riflettere sulla questione senza appesantire il mood generale del film.
Il cast è un’altra nota positiva. Kiernan Shipka, famosa per Le terrificanti avventure di Sabrina, sembra aver studiato tutte le espressioni facciali di Julie Bowen (una delle regine di Modern Family) e le due sembrano davvero imparentate. Nonostante Shipka rubi la scena sempre, anche il cast di supporto è molto convincente. Troviamo Olivia Holt (Cruel Summer) nei panni di Pam da giovane, Lochlyn Munro (Riverdale) e Liana Liberato, ormai nel cuore di noi amanti dello slasher dopo Scream 6.
Non mancano le citazioni non solo ai film horror, ma anche alle commedie degli anni ’80. Si parla dell’immancabile Scream, che si vede anche nel mito e nella legacy creatisi attorno allo Sweet Sixteen Killer, di Halloween, ma anche di Molly Ringwald (fantastiche le ragazze che si fanno chiamare le Mollys perché ognuna veste come un personaggio cinematografico di Ringwald) e, ovviamente, Ritorno al futuro.
Punti di debolezza
Totally Killer ha lo svantaggio di somigliare ad un altro film ben superiore, The Final Girls. La storia di tornare indietro nel tempo e fronteggiare un killer con la versione giovane della propria madre defunta è la premessa di entrambi. Ma in The Final Girls c’è la componente meta che lo rende più interessante, perché i protagonisti sono proprio all’interno di un vero slasher degli anni ‘80. Ed è anche più emotivamente d’impatto, anzi, proprio drammatico, rispetto a Totally Killer che è invece una passeggiata al mare.
Totally Killer fa pensare anche a Freaky e Auguri per la tua morte, due successi Blumhouse che personalmente adoro. Probabilmente manca il guizzo che avrebbe potuto far emergere questa commedia, manca la profondità e manca una vera evoluzione della protagonista, siccome quest’ultima fa un viaggio – letteralmente – senza guadagnarne nulla. Non le serve per affrontare il lutto o per diventare un essere umano migliore, come nelle altre commedie slasher sopracitate. Forse le serve però per capire meglio la madre e migliorare il rapporto con quest’ultima, e forse non è necessario che soffra terribilmente sempre e a oltranza per essere un’eroina. Ci sta: se può Marty McFly, può anche la nostra Jamie Hughes.