Un intero film a bordo di un treno in corsa. La folle lotta per la sopravvivenza.
Train to Busan è un film del 2016 diretto da Yeon Sang-ho .
Il regista è conosciuto ai più per i film d’animazione The King of Pigs del 2011, suo primo lungometraggio d’animazione, The Fake, anch’esso di animazione in cui ha affrontato il tema del fanatismo e delle frodi religiose, Seonsan del 2015 e Seoul Station del 2016. Quest’ultimo è il prequel di Train To Busan ed ha accompagnato in allegato la successiva uscita home video italiana. Ha debuttato nella regia con i corti D-Day del 2000, The Hell del 2003 e Love is Protein del 2009.
Il padre creatore degli zombie dell’era moderna, George A Romero con il suo La notte dei morti viventi del 1968 ha caratterizzato il suo film e i suoi successivi di un denso messaggio socio politico, non si è mai solo parlato delle vittime del contagio, di un misterioso virus, di un origine del tutto non precisa e definita ma si è andati oltre dando importanza ad un tema quale la differenza tra classi sociali. Yeon Sang-ho non ha fatto differenza. Ha fatto ciò creando un grandissimo film di azione e di lotta, seguendo il suo predecessore, trattandoci di quello che succede anche oltre il raggio della storia in cui agiscono i personaggi.
Ne esce quindi fuori un film con le stesse proposte, volute o non ma dagli scenari diversi. Location chiuse e ripetitive quelle di un treno in corsa in cui si snoda un film pieno di situazioni insolite, in cui gli zombie la fanno da padroni. Un luogo, il treno, che ha avuto gran successo in SnowPiercer, del 2013 di Bong Joon Ho e che sicuramente è alla base della scelta del regista, un racconto distopico in cui tra i ghiacci gli uomini, divisi in vagoni per classi sopravvivono in un treno in perenne corsa.
In tutto ciò c’è un gruppo di persone che vive la situazione di assedio come motivo di unione. I personaggi che hanno bisogno l’uno dell’altro per andare avanti. Chi pensando al bene comune chi solo al proprio. Lottare per una meta, quella Busan quasi immaginaria, in cui tutti sono uguali, nessuna differenza di classe, di ricchezza, di animo. Tra questi un padre, un agente di borsa, propenso al lavoro, simbolo del rampantismo coreano, divorziato che come regalo di compleanno decide di portare la propria figlia dalla madre a Busan. Al suo fianco operai, scolaresche, senzatetto, amministratori delegati, un tratto della composizione variegata della società, con i suoi pregi, con i suoi difetti.
Con un ritmo sorprendente, sempre incalzante rimaniamo attaccati allo schermo. Incuriositi da ciò che succede e da come andrà a finire non abbiamo risposte sull’origine del tutto ne tantomeno su come poi andrà a finire ma siano consapevoli che una luce in fondo alla galleria di quel treno denso di male c’è.
Presentato in Italia al Trieste Science+Fiction Festival del 2016, questo horror sudcoreano è la perfetta incarnazione moderna dello zombie movie nel senso più classico del termine. Un film diverso, che ha tutto quello che serve per essere ricordato tra i migliori.
Tensione alle stelle, colpi di scena, effetti speciali degni di nota. Un film da vedere per gli appassionati del genere.
Voto 8.5