Un capolavoro senza tempo

Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir, trasposizione più o meno fedele dell’omonimo romanzo di Joan Lindsay, è uno dei film più affascinanti e suggestivi degli anni ’70. Oltre a essere la pellicola che lanciò Peter Weir, autore poi di grandi capolavori come The Truman Show e L’attimo fuggente, Picnic ad Hanging Rock fu uno dei primi film australiani a ottenere una distribuzione e un successo internazionali. Anche se a livello narrativo si racconta di un mistero che non verrà risolto, la forza del film sta nella grande capacità di Weir di creare un’atmosfera suggestiva, misteriosa, affascinante e a tratti onirica.

L’estetica di Picnic ad Hanging Rock sembra anticipare quella lynchiana, anche se l’ambientazione del film di Weir è totalmente diversa dalla town che caratterizza i film di David Lynch e che viene descritta da Michel Chion come “graziosa piccola borgata, tipicamente americana, in mezzo a un oceano di foreste che, forte del suo benessere organizzato e del suo ordine, resiste a un’atmosfera di sconfinato mistero”. La pellicola di Peter Weir è ambientata nei pressi del gruppo roccioso di Hanging Rock, zona caratterizzata già di per sé da una grande aura di mistero (in passato evitata da molti perché si riteneva fosse popolata da spiriti).

Interesse di quest’articolo non è, però, quello di raccontare o analizzare il film (trovate già QUI uno speciale sulla pellicola), ma quello di realizzarne una lettura lacaniana. Se negli ultimi anni la lettura dei film in chiave psicoanalitica è stata talvolta aspramente criticata e rimpiazzata (soprattutto dal cognitivismo), Picnic ad Hanging Rock si presta perfettamente a una lettura di questo tipo: lo stesso Slavoj Žižek ha dato un’interessante interpretazione del film attraverso la filosofia lacaniana nel suo saggio La Cosa dallo spazio profondo, a cui farò spesso riferimento nel corso di quest’articolo.

Una lettura lacaniana: la Rock come “Cosa”

In Picnic ad Hanging Rock troviamo moltissimi personaggi, ma la maggior parte di essi sono solo abbozzati o comunque caratterizzati piuttosto superficialmente. In tutto ciò, la protagonista indiscussa è la Rock, colei che costituisce quella misteriosa ambientazione che è al centro della pellicola. La Rock costituisce la vera e propria Alterità della pellicola, quella che possiamo definire come la Cosa lacaniana, che in questo caso assume le forme di una vera e propria Zona. Attraverso una lettura freudiana si potrebbe definire la Rock come elemento perturbante, capace di portare i vari personaggi di fronte ai loro rimossi, o a quegli istinti/pulsioni che la rigida educazione vittoriana sta tentando di rimuovere o, comunque, placare. Secondo Žižek, l’intero film è costruito sull’opposizione tra due luoghi: il collegio vittoriano (caratterizzato da una rigida disciplina) e la Cosa/Zona lacaniana, ovvero la Rock (luogo in cui la natura selvaggia può trionfare).

Žižek nota:

Sotto la patina di severità, l’erotismo è disseminato nell’atmosfera della scuola sotto forma di desideri lesbici seminascosti di studentesse per studentesse, di studentesse per insegnanti e viceversa.

Žižek

Alla rigidità vittoriana e alla repressione sessuale del collegio, si oppone in modo totale la Rock, simbolo di vitalità, di prosperità sotto ogni punto di vista. Sempre Žižek sostiene che l’unico modo possibile per spiegare il finale sia quello di vedere la storia della sparizione come “una variante della tematica tradizionale della repressione vittoriana che esplode all’improvviso”. La Rock è simbolo di una passione vitale incontenibile che – fino ad allora repressa e controllata – finalmente può esplodere, compromettendo la stabilità di un intero sistema. Nel momento in cui il sistema è corrotto (e irrecuperabile) anche alla stessa Mrs. Appleyard, la dura preside, non rimarrà che il suicidio che, non a caso, avviene nella Zona che ha causato la disfatta vittoriana.

Esperienza sessuale non-standard

Altro passaggio importante, che Žižek pone al centro nella sua lettura lacaniana di Picnic ad Hanging Rock, è il ritrovamento di Irma, l’unica ragazza che verrà ritrovata sulla Rock. Irma è perfettamente vestita ma non indossa più il busto, simbolo di costrizione vittoriana. La privazione del busto simboleggia una libertà acquisita, forse conseguentemente a una consapevolezza sessuale ottenuta. Il dottore, inoltre, afferma che la ragazza non è stata violentata in quanto il suo imene è assolutamente intatto.

Questo ci porta, innanzitutto a escludere quella teoria che vedeva le ragazze rapite e abusate dagli aborigeni del posto o dai due personaggi maschili (Micheal e Albert). Il fatto che, però, l’imene sia intatto ci porta a un’ulteriore domanda: com’è possibile che le ragazze abbiano trovato la libertà sessuale (che la Rock simboleggia e a cui tutti gli elementi narrativi che la riguardano sembrano rimandare) se il corpo di Irma afferma che non c’è stato alcun rapporto sessuale (quantomeno vaginale)?

Žižek risponde alla domanda affermando che la Rock non rappresenta l’esperienza sessuale fallica standard, ma quella che invece è “l’esperienza primordiale della Libido e della Vita nel suo libero prosperare, e forse rappresenta ciò che Lacan aveva in mente quando parlava di jouissance féminine”. Maggiore sostegno a questa tesi si trova nel pensiero di Freud che sostiene che la repressione degli impulsi eterosessuali può avvenire solo se sostenuta dall’attivazione di desideri prefallici molto più primitivi. La stessa repressione vittoriana della sessualità fallica è paradossalmente sessualizzata, in quanto attiva forme di sessualità prefallica, già presenti nelle ragazze prima del loro arrivo nei pressi della Zona/Rock e testimoniate da quei desideri lesbici di cui parlavamo prima. Desideri che possono finalmente esplodere nella Rock, nella sua natura primitiva (e libera), disintegrando definitivamente ogni forma di morale vittoriana.