Velvet Buzzsaw è l’ultima fatica di Netflix: thriller ambientato nel mondo dell’arte, ricorda un po’ la saga di Final Destination per via del costruire la storia e nel modo di morire dei protagonisti. Due pezzi grossi, il regista Dan Gilroy e Jake Gyllenhall, impreziosiscono la pellicola, satira efferata verso l’arte ai tempi d’oggi.
Vi proponiamo qui 10 curiosità dietro le quinte del film:
1. I personaggi sono basati su persone realmente esistenti
Dan Gilroy, in un’intervista all’Huffington Post ha dichiarato che tutti gli strambi personaggi che appaiono nel film sono basati su una combinazione di varie persone. Dan ha detto, a tal proposito:
Erano un amalgama. Perché una volta che sai di avere come personaggio un proprietario di galleria o un artista o un critico, sei libero di portarli in ogni direzione tu voglia, senza aver bisogno di modelli. Puoi immaginarti un critico, puoi immaginarti un artista contemporaneo. Iniziano ad apparire alcune immagini che ti aiutano nel formularli, quindi non ho avuto bisogno di prendere ad esempio una persona specifica per creare quei personaggi.
2. È ispirato ai film di Robert Altman
La critica ha scherzato molto sul fatto che Velvet Buzzsaw assomigliasse a un Final Destination diretto da Robert Altman. Non c’è nessuna sorpresa quindi nello scoprire che Altman è stato una grande influenza per Gilroy, come da egli spiegato:
Il film è ambientato nel mondo dell’arte contemporanea a Los Angeles ed ha un cast molto ampio proprio come fa Robert Altman per i suoi film. Possiede un che di The Player. C’è un cast enorme e ci muoviamo da persona a persona man mano che ci addentriamo in questo mondo. La storia è raccontata attraverso i suoi vari personaggi.
3. Tom Sturridge pensava che lo script fosse completamente fuori di testa
Mentre Jake Gyllenhaal ha reagito commuovendosi di fronte allo script di Gilroy, Tom Sturridge ha avuto un responso del tutto differente: ha pensato fosse completamente fuori di testa, in senso positivo.
Infatti ha affermato:
Non ho mai letto nulla come questo e mi è sembrato di essere dentro alla mente di un uomo disturbato.
4. Più di 100 pezzi d’arte sono stati creati esclusivamente per il film
Sembra normale che un film che parla di arte moderna richieda molto lavoro da parte di artisti moderni, vista la massiva presenza di opere necessarie per decorare il set.
Secondo Gilroy, circa sei mesi prima dell’inizio delle riprese, lui e il suo art advisor David Hundley hanno iniziato a lavorare sulla creazione di oltre 100 pezzi originali. Li hanno divisi in due categorie: quelli relativi al defunto artista Vetril Dease e quelli che facevano parte dell’ambientazione. Hanno assunto diversi artisti per creare opere completamente originali. Per loro quella è stata la parte più difficile del film.
5. Il personaggio di Billy Magnussen e i suoi Airpod
La prima cosa che si pensa quando si vede il personaggio di Billy Magnussen sullo schermo è l’assiduo utilizzo degli AirPods.
Dan Gilroy ovviamente l’ha fatto appositamente, dichiarando:
Gli AirPods sono una piccola chicca interessante. Sembrano orecchini. La prima volta che li ho visto mi sono sembrati proprio degli orecchini, con la gente che ci camminava sentendosi molto a suo agio e casual, il che è ottimo. Ho pensato fosse un interessante connotazione da dare al personaggio di Billy, che stesse ascoltando musica dagli AirPods per tutto il tempo, e quando gli succede qualcosa quella è l’unica parte rimanente della sua vita.
6. I nome dei personaggi sono stati presi dai luoghi più impensabili
Come ogni fan di Charles Dickens che si rispetti, Dan Gilroy ama i personaggi con nomi lunghi e strani. Questo è il perché il film è pieno di nomi come Bryson, Morf Vandewalt e Rhondora Haze.
Dan ha trovato quei nomi nei posti più strani: Morf è un nome olandese, saltato all’occhio al regista da una carta di censimento del 1800 quando lavorava ad un film, assieme probabilmente a Vetril Dease.
7. Il tono del film è stato influenzato da L’Esorcista e Rosemary’s Baby
Quando Dan Gilroy stava decidendo il tono visuale da dare al suo film, è andato a rivedersi alcuni dei grandi classici del genere horror, spiegando che intendeva costruire un mondo credibile, abitato da personaggi credibili coinvolti in eventi folli.
Guardando L’Esorcista e Rosemary’s Baby ha pensato a quanto potente sia quando tutto parte normale e reale per finire nella più totale pazzia.
8. Cast e crew avevano già lavorato insieme prima
In Velvet Buzzsaw non solo si ripete il trio presente anche in Lo Sciacallo – Nightcrawler, Dan Gilroy, Jake Gyllenhaal e Rene Russo, ma è anche la terza volta che il regista lavora con la produttrice Jennifer Fox, l’editor John Gilroy (suo fratello) e Robert Elswit.
Inoltre Rene Russo e John Malkovich avevano già lavorato insieme in In the Line of Fire; Toni Collette era apparso assieme a Zawe Ashton nella serie Netflix Wanderlust e Ashton e Gyllenhall erano già presenti in Animali Notturni, anche se non avevano condiviso nessuna scena.
9. La sessualità di Morf è basata su quella di Marlon Brando
La sessualità di Morf è molto ambigua per la maggior parte del film. All’inizio vengono dati gli indizi per pensare che sia gay ma poco dopo inizia una relazione con una donna. Nei piani di Dan Gilroy l’intenzione era sempre stata quella di fare un personaggio bisessuale, ma l’ambiguità era del tutto intenzionale.
A proposito, ha commentato:
Considerando lo spettro sessuale, lui è bisex. Questo è venuto fuori in parte quando stavo lavorando allo script, Quincy Jones fece un’intervista in cui discuteva con Marlon Brando riguardo alla sua relazione con Richard Pryor. Ho pensato fosse una cosa bellissima da sapere e che fosse un elemento poco usato per un personaggio. Ho pensato sarebbe stato interessante per il personaggio di Jake.
10. Velvet Buzzsaw è nato grazie a Superman Lives
Velvet Buzzsaw è nato dalle ceneri del fallimento di Superman Lives, uno dei più famosi film non realizzati. Gilroy era lo screenwriter che lavorava al progetto, che doveva essere diretto da Tim Burton e come protagonista doveva avere Nicolas Cage nei panni di Clark Kent. Poi però Warner Bros. stoppò tutto all’improvviso e a Dan sembrò di aver buttato via un anno e mezzo della sua vita.
Quindi se ne andò in spiaggia a sedere sulla sabbia e fu in quel momento che l’idea di Velvet Buzzsaw gli balzò in testa. Difatti l’ultima scena del film è ispirata proprio a quel momento.