Certi nomi hanno un super potere. Li pronunci, li odi o li leggi e subito proiettano nella tua mente un volto, un odore o un sapore. Hanno la capacità di evocare. Stimolano i sensi e collegano tra loro realtà diverse della percezione. Vincent Price è uno di essi. Sarebbe impossibile scindere tal nome dalla figura di un uomo alto, vestito in modo elegante e con i baffi sempre troppo vicini al labbro superiore. Ogni lettera rievoca movenze, atteggiamenti e singolarità di un attore che ha saputo imprimere la propria personalità in qualsiasi interpretazione. È un malvagio che ha fatto la storia del cinema. Uno tra i migliori nel ruolo di antagonista. La prova che non occorrono grandi produzioni per generare grandi attori. Con una propensione per l’arte, l’eleganza, la follia e l’omicidio Vincent Price ha dato vita ad un modello attoriale che non sfuggirà ai posteri.

Ripercorriamo, in occasione della morte di Vincent Price, alcune delle sue interpretazioni memorabili.

House of Wax, 1953

Giunto in Italia come La Maschera di Cera, House of Wax è diretto dall’americano-ungherese André De Toth. Il regista, appassionato di western, ama girare film in 3D nonostante abbia perso un occhio in tenera età. Con House of Wax esplora un confine prima sconosciuto. Si avventura tra sculture di cera che sembrano respirare, incendi dolosi, omicidi e mutilazioni del corpo. Vincent Price veste i panni del professore Henry Jarrod. È un artista. Nessuno scavalca la sua abilità con la cera. Ma lui stesso nutre per proprie creazioni un’ammirazione senza pari, che sfocia nella pazzia quando vede i propri “figli di cera” sciogliersi sotto i suoi occhi.

Un incendio provoca la tragedia. L’artefice del misfatto è il socio in affari e investitore Matthew Burke (Roy Roberts). Henry viene dato per morto tra le fiamme. Ma presto una serie di macabri eventi sconvolge la comunità. Gli avvenimenti sembrano connessi al professore deceduto e al nuovo museo delle cere sorto in città, che espone ora soggetti sottoposti a torture, assassini e altre aberrazioni. Le sculture sono ancora più realistiche delle precedenti, fin troppo…

Vincent Price ricopre il ruolo dell’artista impazzito, traboccante di vendetta e risentimento. È un mostro senza ritegno. Ciononostante, non si scompone: Price mantiene la classe che lo caratterizza, le movenze fini e l’atteggiamento aristocratico con cui ha costruito la propria carriera. In House of Wax si può apprezzare la dualità di questo attore, messa alle strette come in poche altre occasioni. Il passaggio da uomo degno di rispetto a folle privo di raziocinio è continuo. Ma Vincent non perde la propria identità: è dottor Jekyll che cela Mr Hyde sotto una maschera di cera.

House of Husher, 1960

La caduta della casa degli Husher, emerito racconto di Edgar Allan Poe, ispira House of Husher di Roger Corman. Il film è noto in Italia come I Vivi e i Morti. Philip Winthrop (Marx Damon) giunge alla proprietà Husher dopo un lungo viaggio da Boston. Vorrebbe rivedere la propria amata Madeline Husher (Myrna Fahey). Il fratello di Myrna, tuttavia, sembra avere qualcosa in contrario. Roderick Husher (Vincent Price) è infatti convinto che un male incurabile affligga la sorella.

L’innamorato Philip insiste per vederla. Ma i suoi tentativi non fanno che aprire squarci sempre più oscuri sulla stirpe degli Husher. La stessa casa sembra racchiudere quella che per Roderick è una maledizione – un male che incombe sulla famiglia da tempi immemori. Che cosa nascondono gli Husher? Perché la casa scricchiola di continuo? Riuscirà Philip a sottrarre Myrna dalla maledizione… o dalle grinfie del fratello?

La presenza di Vincent Price è più che mai incisiva. Nel ruolo del “nobile maledetto” l’attore spicca per una naturalezza nella recitazione. La convinzione con cui narra di maledizioni o esplica opinioni personali riguardo allo stato della sorella confonde lo spettatore: chi è, davvero, il cattivo? Vincent esprime virtuosismo nei panni di Roderick Husher. Interpreta un personaggio che, come altri della sua carriera, ha caratteristiche di un folle. Ma l’istinto irrazionale, in questo caso più che in altri, non degenera in azioni che, per quanto sorprendenti, non gli si addicano.

Ogni comportamento di Price è seminato e motivato da cause che emergono in discorsi, comportamenti e atteggiamenti. Nei panni di Roderick mantiene sempre una certa ambiguità: appare ora ingenuo, ora sicuro di sé. È l’esempio del personaggio inattendibile che, attraverso una personalità come quella di Vincent, risulta “coerente nella sua incoerenza”.

The Masque of the Red Death, 1964

Vincent Price esplora ancora una volta l’immaginario di Edgar Allan Poe. Recita nel ruolo del Principe Prospero nella Maschera della Morte Rossa, diretto da Roger Corman. Si tratta di un personaggio che non compare nel racconto dello scrittore bostoniano. È un nobile senza scrupoli, che condanna a morte con facilità. Ama dare ordini e osservare altri esseri umani ridotti a strisciare sotto i suoi piedi. Ma è anche un religioso pagano, desideroso di venerare il Signore delle Tenebre e conquistarne i favori.

La sua corte è composta da ricchi e leccapiedi. Feste, pranzi e cene sfarzose sono all’ordine del giorno. Il castello del principe, però, è anche un luogo dove trovare protezione. Con l’arrivo della Morte Rossa, infatti, i villaggi nelle vicinanze soccombono alla malattia, alla follia e alla tragedia della pestilenza. Al contrario, gli abitanti della dimora principesca non devono temere la piaga. Almeno finché le manie di morte e dominio del principe non evocano la presenza di un male che non teme neppure l’ossequiato Lucifero

La Maschera della Morte Rossa è un film che prende le distanze dal racconto di Poe. Corman reinventa personaggi, vicende e dinamiche. La storia originale trasmetteva un senso di impotenza e mistero nei confronti della peste, personificata in una maschera presente al ballo (la Morte Rossa). Nella pellicola l’enigmaticità della maschera viene meno, poiché raffigurata con la capacità di parlare e invischiarsi nelle vicende umane, anche a suo piacimento, come una divinità greca.

Price ricopre il ruolo del protagonista. Ma la sua prova attoriale non risplende come altre: il personaggio interpretato lo sfavorisce. Il principe, infatti, dà prova di una malvagità gratuita. Non offre mai uno squarcio sull’umanità del suo cuore, che risulta perciò assente, ed è perciò impossibile provare per lui empatia. Pur trattandosi di un cattivo, un “villain”, non riesce a far valere la sua iniquità. Non è in grado di contrappesare con il suo male le ragioni del bene, così da suscitare nello spettatore un conflitto d’interessi. Vincent Price veste di nuovo i panni di un nobile, ma stavolta gli stanno troppo stretti. Lo stesso film, nel complesso, non si annovera tra le migliori trasposizioni di un racconto poeiano.

The Abominable dr. Phibes, 1971

Un assassino e organista mosso dalla vendetta. È il dr. Phibes, interpretato da Vincent Price. Di nuovo nei panni di un folle, l’attore americano sfoggia la sua propensione per il ruolo di antagonista. Stavolta non può parlare: dopo averne perso la capacità a causa di un incidente, deve accontentarsi di un dispositivo per diffondere la propria voce. Esprime il disagio attraverso il suono di un organo. Non fa che pensare alla sua amata, perita durante un’operazione chirurgica.

Il dottore interiorizza l’evento come un fallimento dei medici: arriva a convincersi persino che si sia trattato di un omicidio. In ogni caso, è disposto a tutto per ricongiungersi a lei. Prima, però, deve vendicarla. Phibes lascerà che siano i suoi studi in teologia ad ispirarlo. Così facendo, scatenerà la sua rabbia sull’ordine dei medici, rifacendosi ad una parabola del Vecchio Testamento…

Il film è di Robert Fuest, che nell’anno successivo ne dirigerà il seguito: Dr. Phibes Rises Again. Alcuni aspetti della pellicola potrebbero aver segnato film successivi. Ne sono un esempio i vari Batman di Tim Burton, in cui gli eventi si svolgono perlopiù di notte e la polizia imprime i suoi sforzi nella ricerca di un cattivo dalle manie singolari. O ancora, Saw – L’enigmista: il dr. Phibes potrebbe essere un precursore del celebre assassino di James Wan. Non sono molti i film interpretati da Price con una vena poliziesca, che in tal caso coincide con l’horror.

Nell’Abominevole dr. Phibes, il personaggio di Vincent emerge per la caratterizzazione psicologica. È un romantico. Le sue gesta, per quanto irrazionali, muovono da un sentimento che non può controllare. Il dolore gli brucia l’anima. Suonare l’organo è un modo per incanalare una passione che supera la morte. Ma le apparizioni limitate del personaggio e l’incapacità di parlare come gli altri non permettono a Price di elevare l’interpretazione a livelli come quelli raggiunti in House of Usher e House of Wax.

House on Haunted Hill, 1959

Un film cult del genere horror: La casa dei Fantasmi. William Castle dirige Vincent Price, come rifarà presto in The Tingler. L’attore interpreta un ricco uomo d’affari, Frederick Loren, che organizza una serata fuori dal comune. Con sua moglie Annabelle (Carol Ohmart), decide infatti di invitare cinque persone in una casa nota per le singolari morti avvenute all’interno. I partecipanti devono resistere per una notte. Cosa avranno in cambio? Diecimila dollari, offerti da Frederick. Ma chi, davvero, riuscirà a sopravvivere? Una volta intuito che qualcosa non va, l’importanza del premio sembra svanire.

Alcune domande tormentano gli animi dei partecipanti. Perché, ad esempio, Frederick ha deciso di rinunciare a cinquantamila dollari in questo modo? E cosa c’entra sua moglie in tutto ciò? Le risposte arriveranno soltanto nel finale. Nel frattempo, apparizioni, accadimenti che hanno dell’inspiegabile e lo svelamento di un intrigo portano avanti la pellicola. Lo spettatore sarà indotto a credere nei fantasmi e nella cattiveria del signor Loren. Ma dovrà fare i conti con altre verità

Vincent Price è di nuovo un nobile. L’ambiguità della sua persona risalta nei discorsi con la moglie, nel modo di porsi con i partecipanti e negli eventi del suo passato. L’attore mantiene un atteggiamento tale da non sfociare mai nella cattiveria, né nella bontà. La rivelazione del finale, così, pur ribaltando la vicenda, non ha l’effetto di un espediente sbrigativo utilizzato per “risolvere” il film. Al contrario, Frederick Loren riesce quasi ad accaparrarsi l’empatia dello spettatore. Sprizza ingegnosità. Risulta amabile nella sua spietatezza. Ha l’aria di un lupo travestito da agnello.

È Vincent Price, in tutto ciò che lo rende unico e con la stessa capacità di recitazione con cui ha impresso il suo marchio in altre pellicole. Ma soprattutto: la stessa personalità – una personalità che esplode e rimbomba, tanto da sembrare lo stesso personaggio in buona parte dei suoi film.

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Altri film interpretati da Vincent Price: The Fly, Edward Scissorhands, Vincent, The Raven, The Pit and the Pendulum, The Last Man on Heart...