Oggi, 9 novembre 2021, Ryan Murphy compie 56 anni. Il celebre autore, creatore di moltissime serie TV iconiche, ha rivoluzionato il mondo della televisione con le sue opere.
Uno stile nuovo
American Horror Story è solo una, anche se forse la più importante, delle serie TV create da Ryan Murphy che hanno conquistato e appassionato milioni di spettatori. Definito nel 2019 dalla rivista Time “New king of television” (Nuovo re della televisione), Ryan Murphy ha rivoluzionato il panorama seriale, grazie a uno stile tutto suo, capace di rendere unico e originale ogni prodotto.
La rivoluzione di American Horror Story
Dopo i successi di Nip/Tuck e Glee, Ryan Murphy si è affermato con American Horror Story, creata con Brad Falchuk e giunta ormai alla sua decima stagione (disponibile su Disney Plus). AHS è la serie in cui più emerge l’originalità portata da Murphy nel panorama televisivo (QUI potete trovare un articolo interamente dedicato all’argomento); tra tante produzioni seriali mediocri, AHS è emersa grazie a una caratteristica fondamentale: è riuscita a creare qualcosa di nuovo, attraverso una raffinata commistione di generi, ma senza perdere (anzi, sfruttando al massimo) una precisa tendenza citazionista tipica del genere horror. Fondere presente e passato, tradizione e originalità: questa la forza, e il motivo del successo, di American Horror Story.
Un’altra serie, sempre a tema horror ma non solo, creata da Murphy, è Scream Queens (di cui potete trovare QUI una mia analisi), cancellata, purtroppo, alla seconda stagione. Anche in questa serie il regista americano, aiutato da Brad Falchuk e Ian Brennan, crea un prodotto unico, riuscendo a raccontare una storia a tratti anche appassionante, con un tono spiccatamente ironico; con momenti di vero e proprio trash (consapevole e quindi più che apprezzabile), Murphy crea una parodia del genere horror, riprendendo scene di film iconici e ricreandole in chiave comica e dissacrante.
American Crime Story e Feud: la ricostruzione della realtà
Molti fan dell’horror potrebbero adorare anche la serie Feud: Bette e Joan, un’altra perla creata da Murphy, in cui viene raccontata la faida tra le due icone del cinema Bette Davis e Joan Crawford, durante le riprese del film cult “Che fine ha fatto Baby Jane?”. Murphy mette in scena la sofferenza, la solitudine, il successo e la caduta di due delle più grandi dive cinematografiche, magistralmente interpretate da Susan Sarandon e Jessica Lange.
Ma Feud non è l’unica serie di Murphy ispirata ad eventi realmente accaduti. Anche in American Crime Story (di cui Ryan è produttore e regista), composta per ora da tre stagioni, ci vengono raccontate tre storie: nella prima stagione troviamo la vicenda di O.J Simpson, la seconda narra l’assassinio di Gianni Versace (QUI l’analisi) e la terza la vicenda di Monica Lewinsky e Bill Clinton.
Infine, per concludere l’elenco di serie horror/thriller, Ryan Murphy ha creato per Netflix la serie Ratched (QUI l’analisi), prequel del film cult “Qualcuno volò sul nido del cuculo“, in cui la protagonista è interpretata magistralmente da Sarah Paulson.
American Horror Story, Scream Queens e Feud sono disponibili su Disney Plus; Ratched e le prime due stagioni di American Crime Story si trovano su Netflix, mentre la terza stagione di American Crime Story sta andando in onda su FOX.
Celebrazione della diversità
Altra grande novità delle serie televisive di Ryan Murphy è la vera e propria celebrazione della “diversità”. In ogni serie di Murphy, infatti, i protagonisti sono dei marginalizzati, degli esclusi, coloro che vengono definiti “diversi”. Sono quasi sempre loro, infatti, a mettere in moto la narrazione (e qui si potrebbe citare il “Gran Rifiuto” di Marcuse), sono loro che lottano contro mille imprevisti e affrontano tante peripezie (la serie emblematica di questo tipo di narrazione è Pose, in cui viene sondata la “diversità” sessuale).
E allora, viva Ryan Murphy. Viva Ryan Murphy che ha rinnovato la televisione. Viva Ryan Murphy che ha creato American Horror Story e decine di capolavori. Viva Ryan Murphy che ha creato nuovi generi. Viva Ryan Murphy che celebra la “diversità”. Viva Ryan Murphy, re della tv.