E’ uscito anche Black Box, secondo film del progetto Welcome to the Blumhouse, la nuova casa dell’incubo targata Amazon Prime Video. Un film che prende molta ispirazione dalla popolare serie sci-fi inglese, aggiungendoci un pizzico di horror

Emmanuel Osei-Kuffour Jr. ci regala un film che pende decisamente più sul versante della fantascienza rispetto all’horror. I due generi possono tranquillamente completarsi a vicenda creando storie ai limiti dell’incredibile e del disturbante. In questo caso, il risultato risulta molto più simile ad un episodio di Black Mirror, che però sa troppo di già visto. Black Box è un film scorrevole ed in alcuni punti anche intrigante, ma se siete dei divoratori di storie sci-fi, non sarà certo una novità per voi. Nel contesto del macro-progetto ordito da Jason Blum ci può anche stare un film non propriamente solo horror, lui è sempre stato un grande esperto nelle contaminazioni per venire incontro ai gusti del pubblico. Al contrario, preso a sé, risulta una pellicola abbastanza mediocre.

Un trauma di un misterioso passato

Black Box racconta di Nolan. giovane padre single che si risveglia dopo un terribile incidente, cercando di tornare alla sua vecchia vita. A prendersi cura di lui Ava, sua figlia, che dimostra responsabilità e sincero affetto per quell’uomo così fragile. Nolan, seguendo il consiglio medico del suo amico Gary, si reca dalla dottoressa Lillian per sottoporsi ad un nuovo esperimento per riacquistare la memoria. Il progetto, chiamato appunto Black Box, fare scoprire a Nolan un terribile segreto che lo coinvolge ed un pericolo che lo attende.

Spaventosi giochi di memoria

Il tema del ricordo sarà centrale in Black Box. Gli esperimenti a cui sarà sottoposto Nolan lo vedranno sprofondare all’interno della sua mente, in modo da recuperare quanti più ricordi possibili. Per tutta la durata del film ci verranno forniti degli indizi per risolvere l’oscuro gioco del passato di Nolan. Gli attori sono tutti in parte, a cominciare da Mamoudou Athie che interpreta il protagonista. Il cast, composto da soli attori afroamericani, prende a piene mani dalla lezione di Jordan Peele in un momento storico così delicato per le persone nere. La regia è semplice e puntuale, mentre la fotografia risulta buona nel complesso.

Black Box risulta un altro tassello riuscito, almeno in parte, proveniente dall’abile mente di Jason Blum. Una riflessione profonda sul potere della mente sul corpo e di come i ricordi, anche i più oscuri, determinino chi siamo veramente