Wesley Earl “Wes” Craven, classe 1939, inizia la carriera di regista per passione nei primi anni ’70; in seguito ad un’infanzia travagliata trascorsa in una famiglia battista, si laurea in lettere e filosofia ma poi abbandona il suo lavoro da insegnante per cimentarsi in un genere, quello dell’horror, di cui diventerà maestro. Dall’esordio difficile insieme all’amico Sean S. Cunningham agli ultimi lavori all’inizio degli anni ’10 del 2000, la carriera di Craven copre un periodo di circa 40 anni, costellata di mostri sacri come Freddy Krueger ma anche di pellicole di minor impatto. Proviamo a tracciare un quadro generale della sua filmografia in questo articolo.
Il film d’esordio di Craven, L’ultima casa a sinistra (ve ne abbiamo parlato qui), viene giudicato dalla critica “disgustoso” e “sadico” per la violenza grafica e per l’assenza di una qualsiasi morale; erano gli anni degli hippies e dei movimenti pacifisti ma allo stesso tempo della sperimentazione (in campo amoroso e cinematografico) e dell’incursione della violenza nella quotidianità. Craven continua a sconvolgere con il suo secondo film, Le colline hanno gli occhi del 1982, un ritratto del bruto essere umano “civilizzato” del 21esimo secolo.
Non devi dipendere da nessuno se non dalla tua immaginazione per fare qualcosa di meraviglioso.
Il successo da incubo.
Nel 1984 arriva il film che lo consacra nell’Olimpo dei più grandi registi horror di tutti i tempi, Nightmare – Dal profondo della notte. Girato con un budget esiguo (come quasi tutte le sue prime pellicole) ma con un cast perfetto – tra cui ricordiamo il recentemente scomparso John Saxon, il villain Robert Englund e un giovanissimo Johnny Depp al suo esordio cinematografico –, Nightmare fa da spartiacque al punto che si distinguono i film del regista tra pre e post Freddy Krueger, ma lungi da me classificare e dividere in blocchi una produzione artistica. Vero è che Nightmare fu una rivoluzione: Freddy Krueger tormenta e insegue le sue prede, i teenager medio borghesi, nei loro incubi, l’unico luogo in cui sono soli e vulnerabili.
Nightmare è il ritratto di una gioventù allo sbaraglio e incompresa (la madre di Nancy è un’alcolista e il padre poliziotto completamente inutile e per nulla d’aiuto), è il subconscio che si manifesta nella figura di un mostro, la paura più viscerale di trovarsi soli contro i mali del mondo.
Final Girls & Final Boys.
Se da un lato c’è Freddy Krueger, dall’altro la final girl Nancy, eroina moderna che inizia a superare lo stereotipo della verginale e indifesa protagonista e che, al contrario, si ingegna per battere il cattivo da sola; un’evoluzione che culmina nel 1996 nella protagonista di Scream, Sidney, quella che esplicitamente e sullo schermo rompe la regola numero 1 dello slasher…
Inoltre, Wes Craven ci ha regalato anche molti final boys, come il protagonista de Il serpente e l’arcobaleno del 1988, un’opera di (ir)realismo magico sul voodoo e gli zombi, e il piccolo Grullo de La casa nera nel 1991, una pellicola dal forte carattere socio-politico sull’abuso di potere ambientata in un inferno di cunicoli bui e passaggi segreti. Ma è nel 1989 che Craven dirige quello che era stato pensato come “fratello” di Nightmare, un film che è diventato un piccolo cult nonostante il fallimento delle intenzioni: Sotto Shock. Il film trascina lo spettatore nuovamente nel sonno di un giovane ragazzo, Jonathan, disturbato da un perverso killer che lo tormenta attraverso gli incubi. Ricco di allucinazioni cronenberghiane e influenze fantascientifiche, Sotto Shock non rinuncia alla critica della società ipocrita americana con una scena in particolare, quella dell’esecuzione sulla sedia elettrica, cui le persone che si considerano dalla parte del bene assistono con curiosità e un pizzico di sadismo.
Il metacinema.
Dopo aver diretto Nightmare – Nuovo Incubo nel 1994, con Scream Craven torna a riflettere sul genere stesso di horror, sugli stereotipi e i clichés, creando un’opera squisitamente metacinematografica. È il periodo in cui il genere, i suoi fruitori e i suoi ideatori diventano auto-consapevoli dei limiti e li superano, aprendo la strada all’horror post-moderno (anche se già si può parlare di post-moderno con Nightmare).
Prima di lasciare questo mondo nel 2015, Wes Craven dirige l’ultimo capitolo della fortunata saga di Ghostface, Scream 4, portando all’estremo il discorso iniziato col primo film ed entrando nel mondo degli adolescenti del nuovo millennio con le loro nuove tecnologie e il desiderio di farsi notare ad ogni costo.
Wes Craven è stato un autore con idee da vendere e talento mostruoso, che non ha mai rinunciato ad analizzare la realtà attraverso l’apparecchio cinematografico, dimostrando quanto l’horror fosse (ma lo è ancora) il genere più adatto per far riflettere e smuovere le coscienze. Con una lunga filmografia (ricordiamo anche Il mostro della palude, Dovevi essere morta, Summer of Fear, Sogni di ghiaccio, My Soul to Take), Craven ci lasciava 5 anni fa e non basteranno mai le parole per ringraziarlo del contributo e dell’eredità che ha lasciato dietro di sé.