Winnie the Pooh: Blood and Honey, diretto da Rhys Frake-Waterfield, è uscito ormai da quasi due mesi in molti paesi, tra cui gli Stati Uniti e il Regno Unito, con risultati sorprendenti al botteghino ma assai deludenti su altri fronti. Il film, infatti, ha una media di 3.2/10 su iMDb, 16/100 su Metacritic e un 4% su Rotten Tomatoes, un punteggio che ha fatto sì che quest’ultima piattaforma lo inserisse tra i film peggiori della storia del cinema. Ma Winnie the Pooh: Blood and Honey è davvero così terribile?

Come nasce Winnie the Pooh: Blood and Honey?

Winnie the Pooh: Blood and Honey viene annunciato a metà del 2022, suscitando subito grande clamore e interesse. È una produzione piccola, lo si percepisce fin da subito, in particolar modo dalle locandine che cominciano a diventare virali in rete e dal trailer che, fin da subito, finisce per deludere i più. Ma Winnie the Pooh: Blood and Honey è un’operazione geniale a livello di marketing: il successo è al botteghino è annunciato fin dall’inizio: chi, infatti, non vorrebbe vedere Winnie the Pooh e Pimpi che uccidono e massacrano giovani ragazze e ragazzi? Personalmente, da ragazzo cresciuto con film e libri di Winnie the Pooh, il mio hype era alle stelle, seppur accompagnato dalla consapevolezza che l’opera di Frake-Waterfield fosse tutt’altro che un capolavoro.

Ma un merito al regista inglese andava riconosciuto in partenza: essere stato il primo ad appropriarsi delle due figure tanto care ai bambini, proprio nel momento in cui il copyright di tali personaggi “scadeva”, e a raccontarle in salsa slasher. Un’idea geniale quanto stupida ma, come abbiamo detto, un successo preannunciato e inevitabile.

Una produzione travagliata

Il film nasce come il più classico dei B-movies: il budget è irrisorio, 100.000$ appena, e le riprese durano circa dieci giorni. Un’operazione cinematograficamente destinata al fallimento, almeno a livello di qualità, tanto che Frake-Waterfield, quando capisce il successo a cui il film sta andando in contro a causa del grande hype che si è creato, decide di girare di nuovo alcune scene a fine 2022. Insomma, la produzione è breve ma travagliata e la pellicola non è assolutamente pronta per il numeroso pubblico a cui dovrà presentarsi.

Anche la distribuzione cambia totalmente: se all’inizio si programmava un’uscita di un solo giorno in pochissimi cinema selezionati, tutto si rovescia quando si comprende il potenziale del film. Winnie the Pooh: Blood and Honey è infatti destinato a grandi incassi e così si decide di distribuirlo per intere settimane in numerose sale. Il film esce al cinema, il pubblico va a vederlo. Per Frake-Waterfield è un sogno che si avvera, la pellicola sta superando le aspettative più rosee, ma qualcosa va storto: pubblico e critica massacrano il film che, com’era immaginabile, a livello di qualità cinematografica è un enorme fallimento.

L’essenza del cinema: gli albori del genere slasher

I più appassionati di cinema horror, soprattutto chi, come il sottoscritto, adora il genere slasher, ricorderanno bene la genesi di questo (sotto)genere cinematografico. I più iconici slasher della storia del cinema nascono da budget irrisori e registi amatoriali (come Wes Craven e Sean Cunningham). Sono (quasi) tutti film di bassissima qualità che hanno il merito di far divertire, di scandalizzare e, talvolta, di sorprendere (basti pensare a Tom Savini e alla grandissima qualità dei suoi effetti speciali artigianali ma sbalorditivi).

Negli ultimi anni anche i film slasher hanno perso parte della loro purezza: sì, si può ancora parlare di film a basso budget, ma quest’ultimo, nella maggior parte dei casi, è almeno dieci/venti volte superiore a quello di Winnie the Pooh: Blood and Honey. Un esempio piuttosto significativo e recente è X – A Sexy Horror Story di Ti West (QUI la recensione), uscito l’anno scorso: uno slasher d’autore di grandissima qualità cinematografica prodotto dalla A24. 

E allora, con i suoi numerosi difetti, Winnie the Pooh: Blood and Honey appartiene a un’altra epoca del cinema, non un’epoca migliore ma forse più pura.

Winnie the Pooh: Blood and Honey, recensione (no spoiler)

Innanzitutto, di cosa parla Winnie the Pooh: Blood and Honey? La trama è semplice: Christopher Robin, tornato dal college con la (quasi) moglie Mary, decide di portare quest’ultima a conoscere i suoi amici di infanzia (Pooh e gli altri), temendo che, altrimenti, la ragazza non creda alla sua storia. I due, però, scoprono a loro spese che Pooh e Pimpi non sono più dolci e teneri come un tempo, ma che si sono trasformati in due creature violente, assetate di sangue e vendicative. Nel frattempo, Maria, una ragazza che si sta riprendendo da un forte trauma, decide di passare una vacanza con le sue amiche in una casa molto vicina al Bosco dei 100 Acri…

Fin da subito, Frake-Waterfield ci pone davanti a quella che sarà soprattutto una storia di vendetta. Nei primi frame del film, infatti, ci viene raccontato che, dopo essere stati abbandonati da Christopher Robin, Pooh e i suoi amici hanno sofferto a lungo e, non avendo più niente da mangiare, sono stati costretti a cibarsi del ciuchino Ih-Oh, uno dei loro amici più cari. Proprio quest’ultimo gesto dettato dall’istinto di sopravvivenza li ha portati alla pazzia e a un giuramento: non parleranno mai più e si vendicheranno di colui che è causa di tutto quel dolore: Christopher Robin

Ho sempre trovato poetiche le storie che parlano di odio e vendetta perché, nella maggior parte dei casi, questi ultimi presuppongono un background di dolore e profonda sofferenza. L’incipit di Winnie the Pooh: Blood and Honey è quindi, a mio avviso, vincente, perché la pazzia di Pooh e Pimpi non si sarebbe potuta spiegare altrimenti. 

Winnie the Pooh: Blood and Honey è un brutto film?

Sì, Winnie the Pooh: Blood and Honey è un brutto film. Quantomeno lo è da un punto di vista prettamente cinematografico. La regia è pessima e alcune inquadrature sembrano uscite fuori da un video realizzato da due dodicenni per YouTube. La recitazione è amatoriale e, in certi momenti, per questo motivo, ciò che stiamo vedendo risulta poco credibile e troppo grottesco per non scadere nel ridicolo (mi sento in dovere di citare Nikolai Leon, che interpreta Christopher Robin, perché è l’unico che si salva). Il montaggio è a tratti un po’ confusionario e sconnesso, ma lo spettatore occasionale potrebbe non farci troppo caso.

La fotografia si salverebbe se solo non ci fosse una sequenza in cui notte-giorno-notte si alternano nel momento in cui cambia inquadratura e ci si sposta da un esterno a un interno. Un orecchio più allenato noterà anche diversi errori nella presa diretta sonora, errori che però, proprio come i problemi di recitazione, potrebbero essere risolti da un eventuale doppiaggio italiano. Insomma, i molteplici errori presenti in Winnie the Pooh: Blood and Honey sono troppo evidenti, eccessivamente marcati perché si possa semplicemente “chiudere un occhio” e soprassedere. 

Tuttavia, non voglio massacrare il film. Ritengo che la maggior parte delle recensioni che si trovano in giro siano troppo severe e ingiuste. Sono qui per invitarvi a correre al cinema non appena Winnie the Pooh: Blood and Honey uscirà in sala. Andate a vederlo, non perdetevelo.

Un film che gli amanti dello slasher apprezzeranno

Lo abbiamo detto, il film di Frake-Waterfield è qualitativamente pessimo ma, nonostante ciò, vi invito a vederlo. Perché? Semplice. Perché se siete amanti del genere slasher vi divertirete da morire. Nonostante tutti i suoi difetti Winnie the Pooh: Blood and Honey riesce ad essere ciò che voleva e doveva essere: uno slasher violento, divertente e addirittura avvincente.

Quando l’ho visto mi sono trovato davanti a tutto ciò che volevo vedere in un film come questo: non cercavo inquadrature raffinate o un film che fosse tecnicamente impeccabile, ma una pellicola che mi divertisse e mi intrattenesse e che, dato il tema trattato, fosse accompagnata da una buona dose di gore e di trash. E tutto ciò in Winnie the Pooh: Blood and Honey c’è. Eccome se c’è. Per questo lo consiglio: sono convinto che qualsiasi fan sfegatato dello slasher possa amare questo film, seppur riconoscendone gli evidenti limiti e gli indiscutibili difetti. 

Inoltre, la pellicola di Frake-Waterfield ha un ulteriore pregio: due/tre scene destinate a diventare iconiche (sì, se ve lo state chiedendo, riguardano proprio Pooh e Christopher Robin). Vi invito, quindi, ad andare al cinema e a vedere questo film proprio come fanno i bambini (in fondo si tratta sempre di Winnie the Pooh): senza troppo spirito critico e col solo intento di divertirvi e di passare una serata diversa in compagnia. 

Winnie the Pooh: Blood and Honey: ci sarà un sequel?

Sì, ci sarà un sequel e, almeno io, lo sto già aspettando. Il grande successo che Winnie the Pooh: Blood and Honey ha avuto al botteghino ha fatto sì che un sequel fosse confermato fin da subito. Il secondo capitolo sarà sempre diretto da Rhys Frake-Waterfield e, probabilmente, potrà contare su un budget un po’ più alto. Il regista ha affermato di volersi ispirare a Terrifier 2 per realizzare un film sporco e terribilmente violento. In più, Pooh e Pimpi non saranno soli, perché stavolta con loro ci sarà anche Tigro.

Quando uscirà in Italia Winnie the Pooh: Blood and Honey?

Come abbiamo detto, in film è già sbarcato in numerosi paesi. Per l’Italia, invece, non c’è ancora una data d’uscita ufficiale. Sappiamo che i diritti della pellicola sono stati acquistati da Koch Media e che questa verrà distribuita sicuramente da Midnight Factory nel corso del 2023. Anche le modalità di distribuzione sono sconosciute: non sappiamo se si opterà per una distribuzione streaming e home video, oppure se il film si potrà vedere nelle sale cinematografiche. Chi scrive spera in una distribuzione in sala, convinto che, anche in Italia, la pellicola potrebbe ottenere ottimi numeri al botteghino.

Affermare che Winnie the Pooh: Blood and Honey sia un bel film sarebbe oggettivamente una falsità. Ma i film possono piacere anche quando sono brutti, ed è giusto così. Winnie the Pooh: Blood and Honey è un brutto film, ma potrei vederlo per dieci volte consecutive senza annoiarmi. E questo è un grande pregio.

VOTO:

Classificazione: 2.5 su 5.