Your Flesh, Your Curse, un percorso di riscatto e penitenza, una speranza per uno spiraglio di pace.
Your Flesh, Your Curse è un horror in tinte drammatiche diretto da Kasper Juhl. Rivediamo il giovane regista danese, dopo alcuni dei suoi titoli più acclamati come Nekromania, Madness of Many, Monstrosity e A God Without A Universe.
Il film è arrivato in Italia attraverso la Tetro Video. Una nuova recente realtà per gli amanti dell’horror, in particolare di quello estremo che si propone di dare visibilità e la giusta dose di notorietà ai registi spesso dimenticati e mai omaggiati per idee e prodotti di indubbio tasso tecnico. Your Flesh, Your Curse non è da meno.
In questo film del 2017, diviso in cinque capitoli, ognuno caratterizzato da sofferenze diverse, conosciamo la dolorosa storia di Juliet, una giovane donna, alle prese con una vita caratterizzata da frequenti abusi e umiliazioni sessuali, amicizie sbagliate e problemi di tossicodipendenza. Neanche la morte sopraggiunta dopo l’ennesima brutalità è la via d’uscita a questa difficile situazione ma anzi è l’inizio di un percorso in una sorta di limbo per trovare quella serenità tanto cercata nella vita, attraverso però altre torture, altro dolore, violenza e avvenimenti brutali. Rivivendo atroci ricordi e rendendo sempre più viva sulla sua pelle le sofferenze e le angosce vissute, erotismo, cannibalismo e soprusi si mischiano per quest’anima che cerca redenzione, quella tranquillità che neanche la morte del padre per suicidio, autore di svariate atrocità nei suoi confronti ha portato.
Il regista ci porta alla visione un horror estremo, non fine a se stesso, in cui anche se continuamente disturbati dalle forti immagini non perdiamo il contatto con la protagonista, con il suo cammino. Lo spettatore si lega alla storia, con l’aiuto anche della musica, malinconica e drammatica e della fotografia, mai banale. Tutto ciò però non avviene in maniera semplice, soprattutto all’inizio con molte difficoltà date dalle dinamiche narrative, da scelte registiche non facili, confusionarie. In cui però lo scopo è il volerci impegnare in una riflessione profonda, in un elaborazione di ciò che ci viene proposto, dando più forza all’interiorità dei personaggi piuttosto a ciò che li riguarda. Con una grande interpretazione di Marie Louise Damgaard Nielsen nei panni di Juliet si impreziosisce il risultato finale.
Your Flesh, Your Curse è realizzato maniacalmente e strizza l’occhio ad un cinema estetico, più alto e emozionalmente a più livelli come quello di Lars von Trier o David Lynch.
Sicuramente una piacevole scoperta e rarità del cinema estremo indipendente odierno.